Senza categoria

“Don Chisciotte della Pignasecca”, Peppe Barra e Nando Paone al Teatro Verdi di Brindisi

COMUNICATO STAMPA

Arriva al Teatro Verdi di Brindisi venerdì 2 marzo (ore 20.30), lo spettacolo «Don Chisciotte della Pignasecca», il capolavoro della letteratura mondiale di Miguel de Cervantes, in un libero adattamento di Maurizio De Giovanni, con gli esplosivi ed eclettici Nando Paone e Peppe Barra nei panni del coraggioso hidalgo spagnolo e del suo fido scudiero Sancho.

Lo spettacolo è una nuova produzione «Artisti Riuniti», una commedia sorprendente che ripercorre un’antologia di sentimenti ed emozioni che spaziano dall’esilarante al malinconico. Un incrocio di musica, passioni e riflessioni che unisce l’amaro del disincanto alle note del Mediterraneo. Pietra miliare del romanzo moderno, il capolavoro di Miguel de Cervantes si plasma alla riscrittura di Maurizio De Giovanni, già autore di numerosi racconti e romanzi gialli, padre del commissario Lojacono de «I bastardi di Pizzofalcone».

Un viaggio inconsueto, ironico e profondo, alla ricerca di una identità posseduta e ogni volta riscoperta nell’immaginario del romantico principio della giustizia e della verità, difeso ad ogni costo a colpi di duro sarcasmo e disarmante coraggio.

E così prende corpo la bizzarra impresa di un agiato borghese dall’incontrastata fede per i suoi principi, che lo induce alla follia rendendolo eroe “senza macchia e senza paura” deciso a rivivere di persona tutte le gesta eroiche che il proprio coraggio gli suggerisce. Accompagnato dal fedele e accorato compagno di ventura, parte a cavallo di un ronzino immaginario per un viaggio di passione e idealismo in cui utopia e realtà rappresentano i confini di un mondo tragico e comico al tempo stesso, grottesco, folle e appassionato.

Don Chisciotte è un sognatore ricco di umanità, apparentemente comico, in realtà triste, obbligato dalla vita a condurre un’esistenza piccola e meschina, in una società priva di valori, e così si rifugia negli ideali, nell’immaginazione, in un mondo scomparso, nel quale prevalgono senso dell’onore ed eroismo. A tenerlo legato alla realtà, almeno parzialmente, è il suo scaltro scudiero Sancho, concreto e pragmatico compagno di avventure. È la storia di un sognatore ad occhi aperti a cui De Giovanni ha saputo dare il suo tocco di “malinconica comicità”. «Dal romanzo cavalleresco – ha spiegato in una recente intervista Nando PaoneDe Giovanni ha estrapolato le caratteristiche morali e intellettuali di Don Chisciotte e Sancho Panza e le ha portate in un’epoca più moderna, che nel nostro caso è il dopoguerra».

La continua lotta del bene contro il male è combattuta costantemente e coraggiosamente dai protagonisti con senso dell’umorismo e “sprezzo per il pericolo” nel popolare quartiere della Pignasecca di Napoli, nell’immediato secondo dopoguerra mondiale. In una piazza della Pignasecca arrivano due reduci sbrindellati: il capitano Michele Ghigliotti, che a seguito di un colpo subito alla testa crede di essere il cavaliere di Cervantes, alla ricerca di un fantomatico tesoro sepolto nel suo quartiere d’origine, e il suo attendente Salvio Panza, che lo asseconda abbagliato dal disegno di impossessarsi del tesoro.

Con la regia di Alessandro Maggi, emozionante carillon di contrasti specchio di uno spirito “tutto napoletano”, lo spettacolo si propone come una sottile inchiesta che, con sagacia e amara ironia, conduce a una riflessione su se stessi e sul mondo tout court. Sullo sfondo un più che velato sarcasmo verso la società contemporanea, distante dalle virtù e dagli ideali dei cavalieri e che Don Chisciotte vuole incarnare. Ciò appare soprattutto nei contrasti tra realtà e finzione, in quel gioco di riflessi distorti che l’ufficiale confessa nella sua interpretazione del mondo reale. Ma è grazie alla sottile ironia, che sottolinea le grottesche avventure, che lo spettacolo accende a tutta scena la spia sul tempo presente.